lunedì 18 luglio 2011

Sia pace per le aurore che verranno,pace per il ponte, pace per il vino,pace per le parole che mi fruganopiù dentro e che dal mio sangue risalgonolegando terra e amori con l'anticocanto; e sia pace per le città all'albaquando si sveglia il pane, pace al fiumeMississippi, fiume delle radici:e pace per la veste del fratello,pace al libro come sigillo d'aria,pace per il gran kolchoz di Kiev;e pace per le ceneri di questimorti, e di questi altri morti; sia pacesopra l'oscuro ferrodi Brooklyn, sia pace al portalettereche entra di casa in casa come il giorno,pace per il registache grida nel megafono rivoltoai convolvoli, pace per la miamano destra che brama soltantoscrivere il nome di Rosario, paceper il boliviano segreto comepietra nel fondo d'uno stagno, paceperché tu possa sposarti; e sia paceper tutte le segherie del Bío-Bío,sia pace per il cuore laceratodella Spagna partigiana:sia pace per il piccolo Museodi Wyoming, dove la più dolce cosa è un cuscino con un cuore ricamato,pace per il fornaio e i suoi amori,pace per la farina,pace per tutto il granoche deve nascere, pace per ogniamore che cerca schermi di foglie,pace per tutti i vivi,pace per tutte le terre e per le acque.E ora qui vi saluto,torno alla mia casa, ai miei sogni,ritorno nella Patagonia, doveil vento fa vibrarele stalle e spruzza ghiacciol'oceano. Non sono che un poetae vi amo tutti, e vago per il mondoche amo: nella mia patria i minatoriconoscono le carceri e i soldatidanno ordini ai giudici.Ma io amo anche le radicidel mio piccolo gelido paese.Se dovessi morire mille volte,io là vorrei morire:se dovessi mille volte nascere,là vorrei nascere,vicino all'araucaria selvaggia,al forte vento che soffia da Sud,alle campane comprate da poco.Nessuno pensi a me.Pensiamo a tutta la terra, battendodolcemente le nocche sulla tavola.Io non voglio che il sanguetorni a inzuppare il pane,i legumi, la musica:ed io voglio che vengano con mela ragazza, il minatore,l'avvocato, il marinaio,il fabbricante di bambole e che entrinocon me in un cinema e che escano a berecon me il vino più rosso.Io qui non vengo a risolvere nulla.Sono venuto solo per cantaree per farti cantare con me.
(Pablo Neruda)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Chiudete gli occhi e immaginate di essere un arazzo, esemplare unico di valore inestimabile, composto totalmente da materiali naturali... prendete nota delle sensazioni e dei pensieri che il vostro arazzo suscita in voi.

Il male delle cose della vita è che le possiamo guardare da ogni lato. Le cose del sogno hanno soltanto il lato che vogliamo. Hanno una sola faccia, come le nostre anime.

Io non voglio smettere di sognare, quel mondo...